Si parla spesso di adozione ma non si parla altrettanto spesso di affido familiare e non tutti conoscono questo pratica e le sue caratteristiche. Andiamo quindi alla scoperta del mondo dell’affido familiare.
Affido familiare: cos’è?
L’affido familiare prevede l’accoglienza di un minore in un nucleo familiare che non sia il suo di origine.
Può succedere che la famiglia di un minore, italiano o straniero, possa trovarsi in un momenti di difficoltà e non possa garantire al bambino un ambiente familiare idoneo ad una crescita sana ed equilibrata. La legge prevede che per tutto il periodo in cui persiste questa impossibilità il minore possa essere accolto da una coppia, sposata ma anche convivente, con o senza figli, oppure da una persona single, che possa occuparsi di lui, assicurando il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno.
L’affido familiare è una misura pensata a protezione del minore, un servizio di aiuto e sostegno creato per tutelarne e garantire i diritti fondamentali (sostentamento, istruzione, educazione, affetto) sanciti dai diritti dell’infanzia.
Il minore viene cioè dato in affido ad un nuovo nucleo familiare per tutto il periodo in cui permane la causa di impedimento della sua famiglia di origine perché la famiglia affidataria se ne prenda cura al suo posto.
Caratteristica base dell’affido è proprio la temporaneità. In teoria quindi, nel momenti in cui la famiglia di origine del minore risolve le sue problematiche, il bambino può tornare ad esserne inserito.
Nella pratica però, spesso le difficoltà non vengono superate e l’affido si rinnova per diversi anni e accompagna il minore fino al raggiungimento della maggiore età e della sua autonomia e non viene mai reinserito nella famiglia di origine.
L’affido familiare si può distinguere in:
- lungo termine, ovvero fino a due anni, prorogabili nell’interesse del minore;
- medio termine, di 18 mesi.
- breve termine, cioè per un periodo di 6/8 mesi.
- tempo parziale, che si realizza limitatamente ad alcune ore del giorno, ai fine settimana, a brevi periodi di vacanza, qualora i genitori naturali non sono in grado di occuparsi del minore a tempo pieno.
In particolare l’affido familiare a lungo termine viene disposto per quei minori che per la complessità della loro situazione familiare non possono tornare a casa dopo due anni ed al tempo stesso non sono adottabili.
Chi decide l’affido familiare
A seconda dei casi, l’affido familiare può essere deciso:
- dai servizi sociali locali
Con atto amministrativo stabiliscono la necessità di affidare temporaneamente un minore del loro territorio ad una famiglia diversa da quella di origine. Questa modalità può avvenire quando esiste il consenso di entrambi i genitori o di chi esercita la responsabilità genitoriale o del tutore. Spetta poi al giudice tutelarecompetente pronunciare il decreto che dà effettiva esecuzione al provvedimento richiesto dai servizi sociali e mette in opera l’affido familiare; - dal Tribunale per i minorenni.
Quando manca il consenso dei genitori o del tutore interviene il tribunale dei minori. Di solito, questo tipo di affido familiare si attua nei casi in cui il minore viene allontanato forzatamente dalla famiglia di origine per casi molto gravi e difficili. Perché vittima di incuria, violenza, maltrattamento, abuso o violenza assistita. O per quelle situazioni in cui all’interno della famiglia di origine del bambino vi siano problemi quali la detenzione o la tossicodipendenza dei genitori.
Chi può accogliere un minore in affidamento
La legge prevede un ordine specifico da seguire nella scelta dei soggetti ai quali affidare un minore.
- una famiglia, preferibilmente con figli minori;
- una persona singola;
- una comunità di tipo familiare (vedi una casa famiglia);
- un istituto di assistenza pubblica o privata che sia ubicata vicino al luogo in cui risiede la famiglia d’origine del minore.
I minori di 6 anni invece possono essere collocati, in caso non si trovi subito una famiglia o una persona singola, solo presso una comunità familiare e non presso un istituto.
La legge prevede che gli affidatari vengano cercati prima tra i familiari del minore entro il quarto grado (affido intra-familiare). In mancanza, si procede con l’affidamento a soggetti estranei, che non abbiano cioè nessun legame con la famiglia di origine (affido extra-familiare).
Se neanche questa opzione si rivela praticabile, il bambino viene affidato a una comunità di tipo familiare o, se maggiore di 6 anni, ad una istituto di assistenza.
Chi si offre per accogliere in affido un minore deve presentare dei requisiti specifici:
- avere la disponibilità di uno spazio fisico nella propria casa dove accogliere un’altra persona;
- dimostrare adeguate capacità educative per seguire nel modo più opportuno il minore;
- avere consapevolezza della presenza e dell’importanza della famiglia di origine nella vita del bambino. Il legame tra il minore e la sua famiglia d’origine o, almeno, con alcuni componenti della stessa non deve venire meno. È per questo che mentre il minore si trova nella famiglia affidataria continueranno i contatti (telefonici o in presenza, con incontri periodici, a seconda delle modalità stabilite dal giudice o dai servizi sociali) e la famiglia affidataria deve assicurarne e supportarne lo svolgimento.
Non ci sono invece indicazioni di reddito delle famiglie accoglienti.
Chi desidera offrire la propria disponibilità ad accogliere un bambino attraverso l’affido familiare deve rivolgersi ai servizi sociali locali i quali, attraverso una serie di incontri, valutano l’idoneità. I servizi sociali (assistente sociale e psicologo) svolgono un’istruttoria, ossia una fase di conoscenza che comprende alcuni colloqui ed anche una visita domiciliare, le cui finalità sono quelle di:
- conoscere la vita personale e professionale e l’ambiente nel quale vivono gli aspiranti affidatari e in cui verrebbe inserito il minore;
- approfondire gli aspetti individuali e le caratteristiche delle loro relazioni familiari e delle motivazioni dell’affidamento;
- stabilire le caratteristiche del bambino che meglio potrebbe essere accolto da questo nucleo familiare;
- fornire informazioni sull’affido familiare, sulle dinamiche e sui problemi che si possono verificare al momento dell’ingresso del minore nella famiglia.
Di solito il percorso di “selezione” e formazione dura 4/6 mesi a conclusione dei quali gli aspiranti affidatari ritenuti idonei vengono inseriti in un apposito elenco, in attesa di venire chiamati per l’affidamento di un bambino.
Ci sono anche alcune onlus che, in collaborazione coi servizi sociali di diversi comuni, svolgono la fase di selezione e formazione degli adulti affidatari e seguono le famiglie durante il percorso di affido familiare.