La maternità è un momento di grande cambio nella vita di una donna. Cambia il corpo per accogliere una nuova vita. Ma cambia anche il modo di percepirsi e di vedere le cose. E questo a volte si ripercuote anche sulla vita lavorativa.
Succede spesso che il rientro a lavoro diventi un momento difficile da affrontare.
Da un lato il distacco dal piccolo con cui si sono passati in maniera simbiotica possono creare qualche preoccupazione ed ansia. Spesso le mamme si ritrovano a vivere forti sensi di colpa e si ha difficoltà a trovare un nuovo equilibrio nella gestione della famiglia.
Pochi o molto costosi i servizi a supporto delle famiglie ( asili o baby sitter). Quasi impossibile ottenere un orario part-time o la flessibilità che permetterebbe di organizzare le proprie giornate conciliando casa, famiglia e lavoro in maniera funzionale.
Secondo un’indagine dell’Ispettorato del Lavoro, nel 2016 ad esempio sono state 25 mila le mamme che hanno addirittura dovuto lasciare il loro posto di lavoro perché trovavano difficoltà nel conciliare carriera e vita familiare. Questo soprattutto perché in Italia c’è ancora molto radicata la mentalità secondo la quale è la madre, e solo la madre, a dover gestire figli e famiglia.
Aspetto questo che si unisce ad un altro e rende ancora più difficoltoso il rientro a lavoro: la possibilità di rientrare in una realtà che non accoglierà più la lavoratrice alle stesse condizioni del pre-gravidanza. Non è raro infatti conoscere altre donne a cui, dopo la gravidanza, al momento di rientrare a lavoro, sono state create delle condizioni sfavorevoli: demansionamento, trasferimento, mobbing.
La legge protegge che la donna lavoratrice e prevede che, al rientro dal congedo di maternità (indifferente se solo quello obbligatorio o anche quella volontaria) abbia il diritto di vedersi mantenuto, non solo il posto di lavoro, ma anche le stesse mansioni e la stessa sede che aveva prima di rimanere a casa. Diritto ribadito più volte anche dalla Cassazione e che, se non garantito, da diritto anche ad un risarcimento. I diritti delle neomamme sono tanti e conoscerli può aiutare (puoi approfondire l’argomento in questo articolo).
Ma la legge a volte non va di pari passo con la realtà lavorativa e il rientro a lavoro può essere molto faticoso. E non è così raro sentire testimonianze di mamme che hanno vissuto rientri in azienda da incubo o quasi.
Negli ultimi 2 anni si è compresa anche in Italia la possibilità di lavorare da remoto e lo smartworking sarà sempre più una realtà concreta. Ma non tutte le aziende comprendono questa possibilità e soprattutto non la mettono a disposizione delle proprie dipendenti.
Lavoro a distanza
Il lavoro a distanza è però una buona opportunità per chi non vuole proseguire a lavorare come dipendente e vuole trasformare una limitazione in un’opportunità.
Stanno infatti crescendo le mamme che decidono di mettersi in proprio e diventare imprenditrici di se stesse.
Un modo per costruirsi un lavoro su misura e sentirsi comunque realizzate e soddisfatte.
Una delle professioni che si sta affacciando sempre più prepotentemente come valida alternativa per le mamme che vogliono creare la loro attività è quella dell’assistente virtuale.
Attività che si può svolgere da remoto e che permette di offrire servizi differenti a seconda delle proprie competenze. Flavia di RF SinFronteras è stata una delle prime assistenti virtuali italiane e ha conosciuto questa professione vivendo all’estero. Ma negli ultimi anni il numero delle V.A. (Virtual Assistant, come amano chiamarsi) è cresciuto e destinato ad aumentare sempre di più proprio per la flessibilità dei servizi e dell’organizzazione, funzionale sia per la mammapreneur sia per le aziende che si appoggiano a queste figure.
Se però non vuoi o non ti senti di fare il salto e diventare imprenditrice cosa puoi fare?
Ecco alcuni consigli per rientrare a lavoro in serenità
- Organizza il rientro in ufficio per tempo, soprattutto per quanto riguarda la sistemazione di tuo figlio mentre sarai via. Sapere di aver affidato il bambino a una figura di cui ti fidi totalmente ti permetterà di concentrarti sul lavoro.
La scelta di come organizzarsi è soggettiva: chi preferisci far affidamento sui nonni, chi preferisce inserire i bimbi i strutture educative (i nidi, micronidi o nidi famiglia). Chi opta per una tata.
Le alternative sono molte e dipende dalle esigenze di ogni nucleo familiare. Datti però un tempo utile prima del rientro vero e proprio per stabilire un rapporto di fiducia, permettere al bimbo di ambientarsi e a te di abituarti all’idea. - Cerca di rimanere positiva anche se le cose non andranno come vorrai e i primi momenti saranno faticosi. Questo permetterà a te di non farti travolgere da stress e nervosismo e di affrontare il passaggio in maniera lucida. E chissà che possa aiutare i tuoi capire a trovare una soluzione che possa soddisfare entrambi
- Allontana i sensi di colpa. Le mamme, quando nasce il bambino, vengono assalite da milioni di sensi di colpa per tutto. Non farti convincere da frasi che minano la tua capacità sul lavoro o coi bambini. E potrai vivere più serenamente questa nuova fase della tua vita.
- Chiedi aiuto e supporto. Che ci sia la mentalità che la donna debba fare tutto non vuol dire che debba essere così. Per conciliare vita fatti supportare e delega. Molte cose non devono essere fatte per forza subito o devono essere fatte solo da te. Dividersi il carico degli impegni di casa e dei figli ti permetterà di conservare quelle energie fisiche e soprattutto mentali indispensabili per affrontare il lavoro al meglio.